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"AUTUNNO" foto di Attilio Pietrogiovanna

AGNER e DINTORNI , vuole essere uno spazio a disposizione di abitanti e frequentatori di questi luoghi.
Ovviamente questo vale anche per associazioni, amministratori locali e per tutti coloro abbiano da proporre tematiche inerenti l'Agordino.
E sopratutto vogliano promuovere tante lodevoli iniziative spesso note ai soli abitanti del paese in cui si svolgono!

Inviateci tramite e-mail il programma di quanto organizzate, con molto piacere, sarà inserito quanto prima su Agner & Dintorni..


giovedì 2 settembre 2010

L' Agordino e gli alberi...








Riguardando le foto de I Digomaner e altri gruppi vari, sempre sulla montagna.

Mi sorge un dubbio... (premetto che sono un grande amante dei boschi) secondo voi, nell'Agordino non ci sono troppi alberi? Mi spiego meglio, chi non è proprio giovanissimo, ricorderà, che Digoman, Voltago, Rivamonte, Frassenè, Gosaldo ecc.. ma il discorso vale anche per molti altri paesi della vallata del Cordevole e anche le più minuscole frazioni erano attorniate da meravigliosi prati, la cosa è ben visibile osservando qualche foto d'annata, scattata magari dall'Agner.

E' vero, anni addietro, parecchie famiglie avevano la stalla, ora non più. Quindi tenere falciati i prati, senza motivo diventa lavoro inutile, ma far arrivare il bosco fino davanti alle case trovo sia eccessivo, la montagna è fatta anche di panorami, il basso agordino li sta perdendo, coperti da un bosco selvaggio e non curato. Possibile che per avere un poca di visuale aperta, bisogni salire oltre la quota dove crescono le piante?


Voi che ne dite? Siete pro alberi o pro prati? Fate sapere cosa ne pensate...


Sani Luca


La discussione è aperta anche sul gruppo I DIGOMANER di facebook.

16 commenti:

  1. in effetti sono anni che si dice e discute su questo problema. Ma se pensi che molti non conoscono neppure più dove hanno prati e boschi puoi ben capire. La legna tagliata ed impacchettata che ti portano a casa è molto più comoda, non sudi e va bene così. Una volta la cultura contadina ti insegnava tante cose oggi invece prevale una cultura diversa. Che dire sinceramente non vedo rimedio salvo in una crisi talmente forte che non auguro a nessuno. Luca la natura da e la natura si riprende il territorio. I tempi per i cambiamenti sono lunghi, tortuosi e sempre difficili. I nostri boschi una volta erqno giardini....ma pochi se li ricordano sotto i 50 anni d'età e chi non li ha visti immagina che siano sempre stati così.
    Cherubino

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  2. Cherubino, immagino che più di qualcuno abbia difficoltà a rintracciare dove ha qualche appezzamento di terreno, di fatto il bosco (salvo rari casi) è proprio lasciato andare in malora, non parliamo dei prati, che sono in condizioni ancora peggiori, con la mancanza di animali al pascolo che pulivano in maniera ecologica. Dici la cultura diversa... ahimè è in parte anche colpa di chi doveva insegnare ai giovani di portare avanti tradizioni e lavori dei campi. Ma.. è probabilmente l'era sbagliata, l'era del tutto e subito, facendo meno sforzo possibile, per avere più tempo libero, ma per fare cosa? La manualità si è persa, la conoscenza della vegetazione pure. L'imperativo è fare le canoniche otto ore e poi? Quando ho visto scaricare bancali di legna made in Slovenia e attorno al paese ci sono alberi secchi in piedi che potrebbero riscaldare un paese intero, la cosa mi ha fatto veramente pensare. Ci vorrebbe forse un segnale forte dalle amministrazioni, che "incentivi" la pulizia dei terreni, almeno nelle adiacenze dei centri abitati.. ritengo sia anche una questione di sicurezza, se mai dovesse scoppiare un'incendio, avere gli alberi fin dentro alle case non è pericoloso? Dovrebbe esserci una fascia di rispetto... Ma ci sarà mai qualcuno che proverà a fare questo?

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  3. Lungo il sentiero che collega Frassenè a Forcella Aurine si trova un cartello che indica "Panorama": si segue la breve deviazione e un poco più in là c'è un poggio con una panchina che guarda verso valle. Completamente circondata dal bosco! Penso che fino a pochissimi anni fa da lì si potesse ammirare Frassenè, ora ci son solo alberi. Più volte son risalito sul Monte Armarolo dove impera il bosco del Poi (i cui sentieri andrebbero decisamente rivalutati, anche per le mountain-bike) fino a Casera Marol. Da lì vi sarebbe potenzialmente un panorama stupendo verso la conca di Frassenè sovrastata dalla Croda Granda e dall'Agner, mentre ahimè non si vede nulla (da tutto il Monte non c'è un solo punto panoramico!). Basterebbe solo tagliar qualche albero così da ampliare i prati attorno alla casera, se ne guadagnerebbe uno dei panorami più belli delle dolomiti, più spazio utile per scampagnate, pic-nic e grigliate e magari io, fossi in chi ne ha le possibilità, penserei anche di metterci un chiosco di ristoro con vendita di bibite, panini, dolci e torte ma tant'è....

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  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  5. Tornando all'argomento della discussione, nel libro, molto interessante, "Frassenè Agordino - Farsenech, un paese tante storie", pubblicato l'anno scorso (per altro da una fantomatica ProLoco che non so quale fine abbia fatto), si racconta come fosse molto in voga nei favolosi anni '50 salire su un colle appena a sud dell'abitato sempre per rimirare una bella veduta sul paese. Ora da quel colle la vista si ferma ad un metro per via di alcuni pini cresciuti nel frattempo. Questi son semplici esempi di panorami perduti ma anche di mancanza totale di rivalutazione turistica del territorio. Così come, sempre nel libro sopra citato, vi sono numerose fotografie in bianco e nero che testimoniano quanto dice Luca. In particolare è incredibile vedere come è cambiato il paesaggio verso Rivamonte e sopra Valle Imperina (ma in quel caso erano i fumi delle miniere a far morire gli alberi). In pochissimi anni s'è assistito, credo in tutto il bellunese, ad un radicale mutamento del paesaggio alpino. Da turista mi spiace notare le differenze col solito Alto Adige ma so anche che non posso certo dar colpe alla popolazione locale che ha giustamente fatto la scelta più facile e ha abbandonato l'agropastorizia per lavori meno impegnativi. Chi non l'avrebbe fatto? Semmai dovevano esser le amministrazioni, non tanto locali, ma provinciali e regionali, a trovare un modo per preservare quelle attività che hanno garantito la sopravvivenza in quei luoghi per secoli e che hanno reso bello, sano e sicuro il territorio: si tratta di preservare la propria storia, la propria cultura, le proprie tradizioni. Dubito anche io che ormai si possa tornare indietro, se non in piccoli casi ripristinando qualche malga, ma che la gente torni in massa alla vita contadina è assai difficile. Eppure la cura del bosco penso sia fondamentale in ogni caso e credo sia nell'interesse della comunità (tutta, non solo locale) riuscire a ridare in qualche modo un valore economico al legname che lo compone. Ha ragione Luca, è assurdo che ci siano tantissimi alberi mezzi morti, caduti, aggrovigliati gli uni sugli altri appena 50 metri più in là e poi si vada a comprare la legna che proviene dalla Slovenia (ma il discorso è complesso e ben più ampio: vedasi le arance prese dal fruttivendolo in piazza che arrivano dal sud-america...). Bisognerebbe trovare una forma di incentivazione per chi raccoglie legno nei boschi invece che comprarlo già bello tagliato e inscatolato: all'inizio costerebbe di più ma alla lunga il risparmio ed anzi il guadagno, non solo in termini economici, ma anche ecologici e sociali, sarebbe enorme. Oppure vedasi il caso di alcuni paesi in Germania, circondati da boschi che fino a poco fa non valevano nulla, che hanno realizzato delle centrali (di proprietà del comune) per il teleriscaldamento bruciando in enormi caldaie solo ed esclusivamente il proprio legname. Ora quei paesi sono diventati ricchi, i boschi sono curati e ben tenuti (tra l'altro, con una gestione oculata, piantano più alberi di quelli che bruciano), hanno un livello di inquinamento locale praticamente nullo, sono energeticamente autosufficienti, risparmiano dunque sulle spese di riscaldamento, gli abitanti sono felici e il valore delle abitazioni è andato alle stelle. Il tutto semplicemente capendo che il bosco attorno era una risorsa e non un problema. Insomma, come al solito, più che i soldi, contano le buone idee e la buona volontà....

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  6. ho letto le note su Agner e Dintorni riguardo a questo argomento e devo dire che il pensiero è comune anch'io girando i nostri boschi ho visto il degrado degli stessi e a questo proposito ho fatto un passo in comune con l'intenzione di scrivere una nota sul libro che normalmente si trova nell'ingresso,come già fatto col cimitero,ma qui ho trovato un rappresentante del comune che mi ha dato delle risposte quasi esaurienti,per esempio mi ha detto che qualsiasi persona trovi delle piante sradicate con una semplice domanda può avere il permesso di ricavarsi la legna,da qui ho dedotto che persone che abbiano tempo di dedicarsi a ciò ne sono rimaste poche,le altre preferiscono magari fare 2 sabati di straordinario,faticando meno e poi comprarsi la legna magari già tagliata.Mi ricordo quando facevo le elementari,andavamo a Piandison a piantare il nostro piccolo abete,era un giornata speciale,anche perchè il tutto finiva con un panino con la mortadella,delle gallette e canti in armonia,ora la mia proposta sarebbe una festa contraria,e cioè ai ragazzi delle superiori,guidati dal corpo forestale,insegnare il disboscamento,potrebbe essere l'occasione per imparare ad amare la nostra montagna,a non renderla del tutto impraticabile.Grazie per aver letto il mio sfogo fino in fondo

    Lia.

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  7. Più prati (e più panorami) o più alberi? Difficile rispondere, anche i boschi sono necessari, per l’equilibrio ecologico, per la salvaguardia del territorio etc etc. Diciamo che ci vorrebbe il giusto equilibrio, cosa che, visti i tempi e i costumi attuali, difficile da raggiungere, come ricordato nei commenti precedenti.
    Leggevo proprio in questi giorni che, a proposito della Lombardia, “la maggior parte della superficie forestale si colloca in territorio montano (oltre il 50% del territorio montano è coperto da boschi) e solo il 4% del territorio di pianura è classificato bosco. Mentre la superficie residuale boscata di pianura tende progressivamente e inesorabilmente ad assottigliarsi ulteriormente, in montagna i boschi aumentano sottraendo sempre maggior spazio ai pascoli e all’agricoltura” (Studio della Regione Lombardia).
    Penso che in Veneto siamo nella stessa lunghezza d’onda!
    Vorrei piuttosto commentare un’osservazione di Giulio Fecchio. Anch’io ho ampiamente sperimentato la vista di alberi “scavethadi” nei boschi intorno a Voltago e ultimamente ho associato a questa vista le cosiddette centrali a biomasse, centrali che producono energia elettrica usando il legno come combustibile. Come è il caso dei paesi della Germania citati da Giulio (ma mi pare che ci sia anche qualche realizzazione in Italia, gestita da enti locali, mi informerò meglio). Con tanta materia prima disponibile, perché non farci un pensierino?
    Saluti
    Giorgio

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  8. Bello, bello.. l'argomento prende piede... noto con piacere che vi è partecipazione.

    Indiscutibilmente i boschi sono un patrimonio da salvaguardar e proteggere. Ma reputo che lasciarli nell'incuria più totale, non giovi a nessuno, se non a qualche naturalista radicale convinto.
    Le piante cadute o spezzate, stando a quanto asserisce Lia, sembra...previa domanda (ma a chi?) si possano raccogliere, rimane da capire il motivo perché questo non venga fatto.
    Mi piacerebbe molto sentire anche qualche altra testimonianza.. magari da parte di qualcuno dei paesi vicini... se il problema è comune, ed eventualmente come lo affrontano..
    Sta di fatto, che i bei prati che attorniavano i vari paesi, sono per una buona parte scomparsi e inghiottiti dal bosco che avanza...

    Luigi... in seguito ad una segnalazione fatta su Fb al gruppo I Digomaner, stavamo proprio pensando di organizzare anche una giornata ecologica (che potrebbe diventare una delle attività per una ProLoco di Voltago sul web) per sistemare lo schifo che vedi qui sotto...

    http://sphotos.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc4/hs406.snc4/46885_1592787581193_1281002740_1641367_3799777_n.jpg

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  9. Giusto riprendendo un'osservazione fatta nel corso di questa discussione, faccio presente una cosa che mi ha stupito: ieri mattina sono andato ad informarmi ad Agordo sul costo di un bancale (11 quintali) di legna che ci servirà per scaldare la nostra casetta di Frassenè...ebbene, costa 40€ più di quanto l'ho trovata qui a Padova... Eppure, mi si dica se sbaglio, a differenza della mia città, Agordo è interamente circondata da boschi fittissimi! Misteri...
    Venendo alla raccolta della legna, leggevo sulla bacheca di Frassenè che giusto quest'ultimo weekend ci sono state le assegnazioni delle "part de legna" agli abitanti del comune di Voltago. Io non ho capito se ciò che diceva Lia (la possibilità di raccogler la legna caduta) valga solo per i residenti e solo nelle part de legna loro assegnate o se valga per tutti e ovunque. Qualcuno ne sa di più?
    Ad ogni modo Luca, non è così difficile capire il perchè si preferisca andar a comprare la legna slovena: questa te la portano fino a casa, te la piazzano col montacarichi al suo posto e alla fine non costa nemmeno tanto. Far sù invece quintali di legna direttamente nel bosco significa addentrarcisi con mezzi idonei anche in zone impervie e ripide, portarsi dietro motosega, caricarsela e scaricarsela da soli: sgobbare insomma! E ci si deve dotare dei mezzi idonei... Si sa che alla fine siamo pigri... Per questo dico che bisognerebbe trovare una forma di incentivazione dall'alto. Non basta che si possa recuperar la legna gratuitamente ma bisogna esser ripagati per questo: in fondo se tutti lo facessero (ovviamente secondo determinate regole) si farebbe un servizio per la comunità, si migliorerebbero i boschi e li si terrebbero vivi, ordinati, più sani e più belli. Ci si riappropierebbe del proprio territorio e delle proprie risorse. e anche il turismo ne gioverebbe... Secondo me comunque basterebbe consorziarsi realizzando una raccolta comune e centralizzata: tutti assieme i residenti comprano un furgoncino adatto a muoversi nei boschi e una motosega, e si potrebbero pagare delle persone che raccolgano la legna (che è loro, non degli sloveni...) creando anche qualche posto di lavoro in più. Alla fine ognuno ha diritto ad un tot di legna e quel che avanza può esser rivenduta. Vuoi che alla fine non sarebbe conveniente?

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  10. Bravo Luigi! Esattamente, un bel GAS sarebbe proprio quello che ci vuole. Se la legna del territorio circostante è di diritto di voi residenti, perchè mai dovete pagare per prenderne dell'altra proveniente chissà da dove? L'unione fa la forza...e riduce i costi!! Se riusciste a mettervi tutti assieme e consorziarvi per realizzare una legneria comunale che raccolga la VOSTRA legna, la tagli e la distribuisca secondo quantità stabilite a ciascuno, rivendendone gli eccessi, ci guadagnereste voi come abitanti e ci guadagnerebbe il vostro bosco e il vostro territorio.

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  11. Luigi, penso che sia inevitabile informare l'amministrazione comunale, anzi, credo (e un pò temo) che è proprio da lì che si dovrebbe partire. Ma se, con un pò di informazione (volantini? porta a porta? incontri?), i residenti si dimostrassero interessati, potrebbero farsi loro stessi promotori presso l'amministrazione di questa iniziativa. In termini pratici non so come si costituisca un GAS e come lo si sviluppi: so solo che il punto cardine per partire è essere in tanti con una idea e una volontà comune. Per quanto riguarda i costi per realizzare una segheria comunale o consorziata al GAS, probabilmente non sarebbero bassissimi ma son sicuro che si avrebbe un ritorno dell'investimento in tempi molto brevi. E se i costi fossero eccessivi per una comunità piccola come quella di Voltago, si potrebbe ampliare la proposta ai comuni limitrofi di Rivamonte e Gosaldo, anzi, sarebbe la cosa migliore. Ma qui so già che parlo di utopie... Comunque, come ad esempio ogni comune deve dotarsi di un suo proprio ecocentro (tasto dolente a Voltago) oppure già dispone di una propria pozza per la raccolta dell'acqua, non vedo perchè non si possa pensare di centralizzare anche la raccolta e la distribuzione del legname giacchè è evidente che è la principale fonte per il riscaldamento del territorio (basta vedere le enormi cataste accanto ad ogni abitazione). Per altro Frassenè non è forse il paese natale di colui che ha creato la prima latteria COOPERATIVA d'Italia? Quindi queste cose lì dovrebbero averle nel sangue... Per quanto riguarda i GAS, posso citare come esempio quelli realizzati con grande successo qui a Padova per l'installazione di pannelli fotovoltaici. Parliamo di investimenti mica di poco conto (per una famiglia siamo sull'ordine dei 10 mila euro) ma grazie ai grandi numeri raggiunti i costi si sono abbassati tantissimo. E, per questi gruppi d'acquisto, il comune se n'è fatto garante e promotore, favorendo al contempo lo sviluppo di alcune aziende padovane operanti nel settore (quindi si è portata ricchezza nel territorio). Insomma, fossi in voi, un pensierino ce lo farei...

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  12. Leggo, ci penso un attimo, rifletto,immagino, guardo i dati accumulati negli anni da componente della commissione ambiente provinciale, agli studi fatti sulle centrali a biomasse ecc.alla filiera legno-bosco-utilizzo-scarto...ma..finchè non ci sarà disoccupazione al 50% o non manderanno chi sta in prigione a pulire e portare la legna nella zona d'utilizzo credo che nulla cambierà.E non sono un rinunciatario di natura....ma mi guardo intorno, li guardo in viso...non vedo lacrime solo sorriso e non è detto che sia un sorriso...sveglio. Lascio perdere per amor di patria....
    cherubino

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  13. Vi condivido "La battaglia del larice", una storia vera dei giorni nostri:

    LA BATTAGLIA DEL LARICE

    Questo racconto non è frutto di alcuna fantasia, è lo svolgimento reale dei fatti personalmente vissuto. La trama riguarda il taglio di un bosco composto da 67 larici e 30 abeti in loc. Roncoi nel Comune di San Gregorio nelle Alpi. Si tratta di una piantagione di circa 45 anni fa quando i vertici della Forestale decisero, sciaguratamente, di rimboscare le zone pedemontane con conifere al posto delle essenze quali carpini, faggi. Il terreno, prima della piantagione, era un campo di grano ricavato su ordine del regime fascista in occasione della famosa “battaglia del grano”.
    La trattativa condotta non l’ho impostata su esclusivi principi commerciali ma come architetto convinto che il legno, ed il larice in particolare, sia una risorsa da utilizzare nella nostra zona. Ecco cosa è successo.... continua qui: http://archforumbelluno.ning.com/profiles/blogs/la-battaglia-del-larice?xg_source=activity

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  14. Dario, purtroppo ormai il valore della legna credo sia destinato a scendere sempre più.. L'economia globale che è stata creata ha sicuramente fatto scendere i prezzi per gli acquirenti, ma chi al contrario ha qualcosa da vendere come in questo caso, con la concorrenza dei paesi esteri si ritrova con nulla o quasi... Proprio l'altro giorno in autostrada ho superato dei tir Sloveni con pubblicità a caratteri cubitali che in ITALIANO pubblicizzavano vendita legna con trasporto COMPRESO! Di qualunque tipo su tutto il territorio Italiano a prezzo ribassato del 20% rispetto a quanto praticavano lo scorso anno.. Per curiosità ho chiamato... Carpino nero o Faggio con consegna a domicilio 90 € se ne acquistavo almeno 3 bancali.. Se ero in grado di ordinare un bilico intero. ulteriore sconto del 5% Spero tanto di sbagliarmi.. ma chi pensava di tersi i boschi per guadagnare qualcosa lo vedo in difficoltà.. :(

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  15. Il Sindaco dovrebbe emanere un'ordinanza per il taglio del bosco ai fianchi strada per motivi di sicurezza pubblica e il taglio degli alberi per danno alla comunità e al settore turistico-alberghiero causato dalla scomparsa dei punti panoramici della montagna e vallata agordina.
    In più un maggior taglio dei boschi ai fianchi strada creerebbe una maggiore insolazione al fondo stradale quindi una viabilità con strade più sicure. Poi dato che stai viaggiando nell'Agordino fermati su una piazzola panoramica e guardarti la vallata con le sue cime Dolomitiche.
    Sto sognando, scusate:)

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  16. Luigi, effettivamente sul territorio il discorso PRO LOCO incontra parecchi problemi vedi qua: http://ricerca.gelocal.it/corrierealpi/archivio/corrierealpi/2011/10/07/BG1PO_BG101.html

    Quanto al web, si sa che dietro ad una tastiera non è complicato discutere... e parlarne quanto si vuole... ma poi quando bisogna passare ai fatti sul territorio tutto diventa più complicato.. L'importante, è che qualcosa si muova... Certo che vari fattori concorrono a complicare la faccenda...

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