BLOG APERTO A TUTTI!!

"AUTUNNO" foto di Attilio Pietrogiovanna

AGNER e DINTORNI , vuole essere uno spazio a disposizione di abitanti e frequentatori di questi luoghi.
Ovviamente questo vale anche per associazioni, amministratori locali e per tutti coloro abbiano da proporre tematiche inerenti l'Agordino.
E sopratutto vogliano promuovere tante lodevoli iniziative spesso note ai soli abitanti del paese in cui si svolgono!

Inviateci tramite e-mail il programma di quanto organizzate, con molto piacere, sarà inserito quanto prima su Agner & Dintorni..


domenica 29 dicembre 2013

QUALE FUTURO PER IL PARCO LAGHETTI??

Come ormai riportato anche dalla stampa locale, con il 31/12/2013 la famiglia Zanellato,  gli attuali gestori del Parco Laghetti di Frassenè, concludono la loro avventura in Agordino.


Prenderanno infatti in gestione il rif. Coni Zugna, a Rovereto  (TN)  
Da parte nostra, a questi amici, che hanno investito molte risorse e portato il Parco Laghetti ad una notorietà mai vista prima... 
http://agneredintorni.blogspot.it/2012/10/falesia-speciale-di-frassene-agordino.html

Persone, che hanno anche creduto nelle potenzialità di una zona morta turisticamente, ma anche se il loro progetto si conclude anzitempo... Auguriamo un in bocca al lupo per il nuovo progetto...

Dal 2014 Gigi e famiglia, li troverete QUI: 


Rimane la curiosità e la speranza che il Parco Laghetti, possa continuare a contare su qualche progetto al momento a noi sconosciuto, che continui a valorizzare quanto fatto fino ad ora... siamo fiduciosi...




giovedì 5 dicembre 2013

Web, turismo, incubatori e startup

di giorgio casera

Un paio d’anni fa sono venuto a conoscenza delle “startup”. Le startup sono imprese che nascono da un’idea innovativa, vengono sviluppate all’interno di incubatori, che possono essere università, enti pubblici o privati, banche etc, , finanziate dopo una verifica delle possibilità di successo commerciale, e infine immesse sul mercato. Costituiscono una delle ipotesi di rilancio della nostra economia.
Faccio un esempio, su startup realizzata. Due studenti del Politecnico di Milano pensano che si possa sfruttare il traffico stradale per ottenere energia elettrica. Come? Sfruttando l’effetto piezoelettrico di alcuni materiali (producono energia se compressi). La loro idea è che se si mette in prossimità di una rotonda (dove i mezzi sono obbligati a rallentare) un falso dosso che contiene uno strato di materiale piezoelettrico ad ogni passaggio si produrrà una frazione di energia che sarà opportunamente raccolta da dispositivi appositi. Questa frazione moltiplicata per il numero dei passaggi potrà fornire una produzione significativa. Ok, l’idea sembra buona, ma come si fa a sfruttarla industrialmente? Bisogna costruire i prodotti su scala industriale, ci vuole una struttura commerciale per venderli, ci vuole un’amministrazione. Certo, all’inizio i volumi potranno essere simbolici, ma se il prodotto incontra il favore del mercato bisogna essere pronti a soddisfarlo . I due studenti ne sanno poco di tutto questo e quindi hanno bisogno di assistenza. Interviene così l’incubatore che li aiuta a costruire la struttura organizzativa necessaria. Naturalmente per questo ci vogliono soldi, e non pochi. Intervengono a questo punto i business angel , normalmente emanazioni di istituti bancari, che attivano un’istruttoria di valutazione della potenzialità del business e, se le conclusioni sono positive, finanziano il lancio dell’impresa.
Si dice che per sviluppare una startup ci vuole l’idea innovativa, un personal computer e Internet. Al resto pensano le strutture di assistenza e finanziamento. Qualche esempio di startup (USA): Amazon e Yahoo (ICT applicazioni), Paypal (finanza), Cisco (ICT Hw), Starbuks (Commercio), e così via. Come si vede settori diversi, ma tutti con solidi intrecci alla rete. E ce ne sono diverse anche in Italia.
Scusate la lunga premessa, ma mi serve per passare al vero tema di questo post, il turismo nell’area Agner e dintorni. Può esserci una startup di turismo? Certo, internet e PC sono alla portata di tutti, ma ci vuole l’idea innovativa, un’idea che il web possa promuovere e supportare. Vediamo intanto qual è il quadro odierno della situazione.
Frassené nel 1957 - Albergo Venezia
Da noi il turismo ha avuto un glorioso passato ed è ora un mediocre presente, fatto sostanzialmente di seconde case. Frassené, per non andar lontano, ha goduto di un flusso turistico significativo fino agli anni ’70. Poi è cominciato il declino. Le cause sono state molteplici: mancato ricambio della clientela, insostenibilità di costi imposti da leggi dello Stato, stagionalità ridotta, mancanza di infrastrutture (con l’autostrada la Val di Fassa è raggiungibile da Milano in 3 ore) ma soprattutto mancanza di investimenti “industriali” e commerciali, e mancata innovazione. Infine, la concorrenza: alla fine degli anni ’70 il Corriere della Sera riportava quotidianamente le inserzioni pubblicitarie di Falcade, e si sono visti i risultati. Altri potevano fornire un’offerta più articolata, es, Alleghe con la combinazione lago-monti. Insomma, altrove, sempre nell’agordino, non si è mai fermato l’aggiornamento dell’offerta, attraverso continui investimenti. E quindi sono stati in grado di tener testa, seppure a fatica, alla concorrenza delle due province autonome vicine. Oggi al turista montano bisogna offrire, paesaggi, escursioni ma anche intrattenimenti, beauty farm, svaghi serali e notturni. I paesi dell’Agner sono in grado di fornire questi servizi? Sembra di no. Ci vorrebbero parecchi soldi per ricreare un ambiente così e non mi pare di vedere intenzioni in questo senso.
Alleghe
Però, l’idea innovativa potrebbe nascere nella mente di qualche giovane (anche solo di spirito) che non si accontenti del confortevole futuro assicurato (fino a quando?) dalla Luxottica. Il problema è che se non ha capacità imprenditoriali e risorse sufficienti proprie non andrà lontano. Nell’area (ed includo anche la provincia di Belluno, con tutte le istituzioni, banche comprese) non mi pare esista nulla che possa funzionare come incubatore o come business angel. (E per girare il coltello nella solita piaga dirò che la Provincia di Trento funziona anche come incubatore di startup, letto sull’inserto economico di un quotidiano nazionale).
Comunque, in primis ci vogliono le idee e forse non tutte avranno bisogno di capitali ingenti (che so io, un agriturismo con offerte di beni e servizi originali). Un’altra ipotesi, quella del turismo “di lavoro” è suggestiva e poggia su solidi fondamenti tecnologici (ma bisogna trovare il modo di attirare i “turisti di lavoro”!). Tutte richiedono però come base almeno un atteggiamento amichevole da parte delle Amministrazioni e delle popolazioni residenti. Le quali potrebbero impegnarsi, ad esempio, a ripulire prati e boschi di loro proprietà con la frequenza e la tempestività dei loro avi: sono tre anni che io ed i miei familiari siamo vittime delle punture di zecche, e la cosa sta diventando fastidiosa.