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"AUTUNNO" foto di Attilio Pietrogiovanna

AGNER e DINTORNI , vuole essere uno spazio a disposizione di abitanti e frequentatori di questi luoghi.
Ovviamente questo vale anche per associazioni, amministratori locali e per tutti coloro abbiano da proporre tematiche inerenti l'Agordino.
E sopratutto vogliano promuovere tante lodevoli iniziative spesso note ai soli abitanti del paese in cui si svolgono!

Inviateci tramite e-mail il programma di quanto organizzate, con molto piacere, sarà inserito quanto prima su Agner & Dintorni..


domenica 31 agosto 2014

Memorie del sottosuolo

di giorgio casera

Forse è un po’ irriverente ricorrere al romanzo di Dostoevskij per intitolare questo post, ma mi sembra proprio intonato alla vicenda.
Come si ricorderà, nello scorso mese di aprile una nevicata “anomala” ha provocato nei boschi di Voltago e dintorni significativi danni. Si è verificato cioè una non comune situazione, secondo cui entro una certa fascia di altitudine (grosso modo tra i 700 e 1100 m.) è scesa neve appesantita da acqua. Sopra i 1100 la neve era quella soffice che conosciamo, mentre sotto i 700 diventava pioggia. Così la neve bagnata ha appesantito rami ed alberi, soprattutto quelli più ricchi di fronde, provocandone in molti casi le cadute e i ribaltamenti. E’ sufficiente una passeggiata nei boschi per rilevare il disastro! Grandi rami spezzati e piante ribaltate con le radici per aria e terreno “sconquassato”.

In una di queste circostanze, peraltro, il caso ha voluto che riaffiorasse una “memoria del sottosuolo” . L’amico Gabriele Fabris, percorrendo il sentiero Tilman nel tratto da Persegona al ripetitore di Larion, ha rinvenuto una strana pietra tra le radici di un abete vittima della neve pesante. E’ una pietra piatta incisa su ambedue le parti con un attrezzo duro e appuntito, sicuramente da un essere umano, ma in che epoca?
Su una faccia compare la scritta W 35 e, a lato, (sembra) le iniziali R.S. La più facile interpretazione indicherebbe l’opera di un “coscritto” del ’35 (ma di quale secolo?) di nome R.S.
L’altra faccia della pietra è più intrigante: qui, al di là di certe incisioni più scure che sembrano “naturali”, si distinguono chiaramente un “11” sotto il quale sta una figura stilizzata (tipo il landa greco) che potrebbe rappresentare una figura umana. Seguono altri simboli di difficile interpretazione la cui traccia arriva fino al limite della superficie facendo supporre che in origine la pietra fosse più larga e contenesse altre incisioni. Qui ci si può sbizzarrire nel supporre gli autori: celti?, romani?, longobardi?, persone dei nostri tempi? Certo queste incisioni non hanno niente a che vedere con quelle che si trovano su grandi massi nei boschi (e nelle pietre di vecchie case) di Soccol e di Frassenè (vedi post “Sassi, croci e misteri” su questo blog).

Ogni suggerimento od ipotesi su significato ed autori delle incisioni è benvenuto!