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sabato 29 dicembre 2012

UN DIGOMANER CON NAPOLEONE

200 anni fa un Digomanèr “Soldato per cambio” in Russia con Napoleone

Di Luigi Rivis


Premessa 

Nell’estate del 1812, proprio 200 anni fa, Napoleone invadeva la Russia con un esercito composto, oltre che da francesi, anche da militari di altre nazioni, fra cui dei veneti, costretti ad arruolarsi perché in quel periodo il Veneto era sotto la dominazione francese e faceva parte del Regno Italico. Fra gli Agordini che parteciparono a quella disastrosa campagna militare c’era Santo Costantino Digoman, nato a Digomàn, che all’epoca aveva 22 anni e risulta essere uno dei pochi che fecero ritorno dalla Russia.


È stato possibile ricostruire questa parte della sua vita, basandosi su documenti conservati
 nella canonica di Voltago e da notizie che si trovano nel volume VI della “Storia dell’Agordino” di don Ferdinando Tamis. 



Il servizio militare 

Digoman Santo Costantino, figlio di Giuseppe e di Maddalena Schena, era nato il primo novembre 1790. Penultimo di 5 figli, rimarrà orfano a due anni del padre, morto in circostanze tragiche perché pugnalato ad Agordo.



Lista dei "coscritti" del 1790 della Parrocchia di Voltago Agordino



I parroci, che allora erano i depositari dei registri anagrafici, predisponevano gli elenchi dei giovani in età militare, quelli che noi oggi chiameremmo i coscritti. Nella brutta copia di uno di questi elenchi, reativa ai nati nel 1790 nella parrocchia di Voltago, troviamo al n. 11 il nome di Santo Costantino, e c’è anche la conferma sulla morte del padre Giuseppe, con la menzione “Ucciso sotto Agordo”. Ma troviamo anche un’altra importante annotazione: “In servizio militare per cambio”.
La dizione “per cambio” sta a significare quella che a quei tempi era una pratica comune in alcuni eserciti europei dove non esisteva la coscrizione obbligatoria, bensì il reclutamento a sorteggio. Era anche invalso l’uso che il sorteggiato potesse farsi sostituire da altra persona “per cambio”, riconoscendogli una somma di denaro per il servizio prestato al suo posto. E questo è quello che fece Santo Digoman, spinto probabilmente dalle necessità di una vita grama.




Scrive don Tamis "La leva in massa fu eseguita specialmente nell’autunno del 1811, e molti giovani delle nostre vallate furono chiamati a formare parte del colossale esercito [..] che potrebbe far pensare che gli  "arruolati Agordini per la campagna di  Russia fossero 200  circa,  e forse anche più"

L’invasione della Russia nell’estate del 1812, e la successiva ritirata nell’inverno, fu terribile anche per gli 80.000 italiani, che vi parteciparono al comando del vicerè Eugenio. I circa 20.000 militari italiani che sopravvissero a quel terribile inverno, nella primavera del 1813 erano stanziati in Germania.

Alla fine dell’estate, sempre al comando dei francesi, vennero inviati in Italia per combattere con- tro gli austriaci che avevano rioccupato il Veneto, ed ebbero con questi pure uno scontro a Bassano, prima di ripiegare verso la Lombardia. È da pensare che durante questi trasferimenti, che passavano anche in zone relativamente vicine al suo paese, Santo Costantino, stanco di combattere, abbia disertato dall’esercito.

Dopo la diserzione 

Della diserzione di Santo Digoman fa fede un documento, rinvenuto sempre nell’archivio parrocchiale di Voltago: è la brutta copia di una petizione, scritta in due versioni dal parroco dell’epoca, don Pietro Vitali, e che doveva essere inviata alle nuove autorità austriache.
Mediando tra le due versioni, si può riportare il seguente testo. 
"Certifico io sottoscritto con mio giuramento  [..] Santo  del fu Giuseppe  Digoman e di  Maddalena Schena,  nato nella Villa di Digoman, frazione di Voltago, avente  due  fratelli e questi  all’armata, dopo ch’ebbe disertato si restituì alla  patria il 22 maggio 1814. Fu sempre  applicato  al  lavoro   delle  minerali  fucine (Val Imperina n.d.r.) con  assiduità e buona  condotta avendo cura di  tre  tenerissimi figliolini di  un suo  defunto fratello e  cognata miserabilissimi, mantenerli colle proprie fatiche  con intenzione, come si dice, di  qui  stabilirsi  di  nuovo nel  suddetto natio villaggio di Digoman per tener seco ed aver  maggior  cura di  tre nipotini  e cognata onde avessero protezione e sostentamento. In fede."

Si tratta di un’istanza con la quale Santo Costantino voleva mettersi in buoni rapporti con i nuovi padroni austriaci, contro i quali aveva sì combattuto, però sotto le insegne francesi. Portava anche, a giustificazione, la necessità di dover provvedere a dei nipoti orfani di padre ed alla cognata, situazione aggravata dalla concomitante assenza di due fratelli all’armata. Con quale armata non lo sappiamo, forse anche loro furono chiamati a formare il colossale esercito che marciò su Mosca, e ancora non avevano dato loro notizie perché probabilmente deceduti. Come non abbiamo altre notizie sulla vita di Santo Costantino Digoman dopo il rientro a casa dal servizio militare, né come, dove e quanto visse in seguito. 

Forse è stato un eroe

Ci sia però consentito menzionare qui un episodio, che fa riferimento ai  «patimenti inenarrabili» subiti dai soldati durante la ritirata dalla Russia, e che forse potrebbe riguardare da vicino Santo Costantino. Scrive ancora don Tamis:
«Tante volte da ragazzino sentii ripetere simili e più gravi episodi dai nipoti e pronipoti di quelli che parteciparono alla campagna di Russia, e negli occhi e nell’espressione del viso manifestavano i sentimenti di orrore di quelli che li avevano vissuti o raccontati.
Ma si narravano anche episodi di eroismo. Un ufficiale francese, di famiglia nobile e ricca, era stato salvato da un soldato agordino, che lo aveva portato sulle spalle giornate intere, lungo il deserto della steppa, non potendo camminare perché ammalato e ferito. Passarono gli anni e un giorno arrivò ad Agordo per trovare colui che era stato il suo salvatore. Ricordava benissimo il nome dei luoghi: Venezia, Belluno, Agordo, ma non ricordava il nome del suo benefattore.
Ripeteva solo: Digomé, Di- gomé. Intervenne mio bisnonno materno col dire: “Non esiste fra noi questo cognome Digomé, ma Digoman”. Oui, oui – rispose esclamando l’ufficiale francese – Digoman, Digoman. Fu facile rintracciarlo a Voltago, e si descriveva alla distanza di tanto tempo nella mia famiglia l’incontro commovente tra i due».

Chi ci dice che quel soldato che salvò l’ufficiale francese, non sia stato proprio il nostro Santo Costantino Digoman? 

Tratto dal Bollettino Parrocchiale 
"Sot L'Agner"  - dicembre 2012, per gentile concessione dell'autore Luigi Rivis. 

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